Lo studio si è occupato del P.F.T.E. del consolidamento strutturale del viadotto ferroviario in cemento armato delle Ferrovie Appulo Lucane lungo corso Italia. Il viadotto della ferrovia è stato costruito in nove mesi (dal giugno 1914 al marzo 1915, seguendo il progetto dell'Ing. Giovanni Antonio Porcheddu (Ittiri, Sassari 1860- Torino 1937), i cui progetti sono conservati presso l'archivio del politecnico di Torino.
L'ing. Porcheddu era pioniere della nuova tecnica costruttiva del cemento armato ed era l'agente in Italia del sistema brevettato dal belga François Hennebique; aveva già e avrebbe in seguito costruito diverse opere, ancora oggi di notevole interesse, tra cui il Ponte Risorgimento sul fiume Tevere a Roma (1911) e lo Stabilimento Fiat Lingotto di Torino (1923).
Nell'ambito del consolidamento delle opere esistenti, lo studio si avvale di ricerche archivistiche per raccogliere informazioni sui materiali e sulle tecniche di costruzione usate in passato oltre a prove dirette e sopralluoghi in situ. La disponibilità di numerosi e importanti documenti del progetto originale ha consentito di impostare la campagna di rilievo con verifiche a campione, sia delle geometrie globali sia dei dettagli costruttivi.
Dall'Archivio Porcheddu sono stati recuperati i disegni originari di insieme e di dettaglio, anche delle armature, del modulo tipo del viadotto a quattro campate, del modulo per il tratto in curva a tre campate, del sovrappasso a tre luci di via Q. Sella e altri documenti di calcolo e di collaudo. Inoltre, sono state recuperate altre notizie che sono state molto utili per formare un quadro di conoscenza complessivo della costruzione, anche di carattere deduttivo e non diretto, che hanno consentito di definire la campagna di indagini dirette alla conoscenza dei dettagli costruttivi e delle caratteristiche dei materiali e di comprendere pienamente le ipotesi di progetto, gli schemi di calcolo adottati e i carichi di progetto.
Il contributo di Porcheddu, oltre che nella pratica realizzazione del viadotto, sta nell'aver introdotto un suo brevetto che riguarda la particolare sagoma delle barre di acciaio dell'armatura, non più in semplice tondino come prevedeva il sistema Hennebique ma a sagoma mezzatonda o lunata con risalti perimetrali, in modo da migliorare l'aderenza delle barre al calcestruzzo. L'introduzione del brevetto Porcheddu successiva al progetto è evidente da uno scritto originale di progetto in cui il progettista specifica che "Nei nostri disegni e nella presente relazione le armature metalliche sono indicate in sbarre di… […scritto andato perduto…] …all'atto dell'esecuzione esse possono essere sostituite da sbarre (di equivalente sezione) di ferro semitondo speciale per cemento armato, brevettato dall'Ing. G. A. Porcheddu e adottata".
Attraverso saggi diretti mirati si è potuto constatare l'esatta e sistematica corrispondenza tra i disegni e l'eseguito in tutti i casi verificati, per cui si può ritenere che la costruzione reale rispecchi fedelmente le previsioni progettuali.
In opera sono state rilevate le caratteristiche dimensionali delle barre utilizzate, tutte di tipo "Porcheddu", ricavando la sezione e verificando la corrispondenza tra le previsioni di progetto (indicate in barre di sezione circolare) e la sezione effettiva, misurata a partire da un calco in argilla.
Le staffe delle travi inoltre hanno la particolare configurazione riportata nei disegni del sistema brevettato Hennebique: si tratta di piatti di acciaio muniti di risalti per l'aderenza al calcestruzzo, di sezione 50x20mm avvolte intorno a ciascuna delle barre dell'armatura principale e ancorate nella porzione superiore della trave.
È verosimile ipotizzare che, trattandosi di una tecnologia nuova, l'esecuzione della costruzione abbia seguito procedure diligenti e controllate dai tecnici e dai preposti.
Sappiamo infine che il brevetto Porcheddu ha trovato probabilmente poche e rare applicazioni e che esso risulta un contributo fondamentale, ma "invisibile". Potremmo descrivervi la sorpresa che ha coinvolto i tecnici nel trovarne applicazione. Ma vorremmo soprattutto sottolinearvi che il contributo dell'ingegneria strutturale risulta come questo brevetto: magari non si vede, ma su di esso, si può costruire un viadotto che dura da oltre un secolo.
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